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Economia & Lavoro

Intelligenza artificiale e industria: sfide e opportunità della fabbrica 4.0

Dalla Fiat del 1987 alla Fabbrica 4.0: la storia di Marco Beretta racconta il passaggio epocale dall’umanità della linea produttiva all’avvento dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Tra sfide e opportunità, un viaggio tra passato e futuro che ridisegna il mondo del lavoro

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Fabbrica Fiat, Mirafiori
Fabbrica Fiat, Mirafiori ( © Depositphotos)

Marco Beretta, 58 anni, ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa nello stabilimento Fiat di Mirafiori a Torino. Entrato in fabbrica nel 1987, a soli 21 anni, Beretta ha vissuto in prima persona i cambiamenti radicali che hanno caratterizzato il settore manifatturiero negli ultimi trentasette anni. All’epoca, Mirafiori era un mondo brulicante di vita, con oltre 30.000 operai che lavoravano fianco a fianco su sei linee produttive attive. “All’epoca se eri un po’ chiuso dal punto di vista mentale, con tutta quella moltitudine di varietà di gente aprivi la mente,” ricorda Beretta, sottolineando l’importanza della convivialità e del sostegno reciproco tra colleghi.

La transizione tecnologica

Nel corso degli anni, la tecnologia ha iniziato a trasformare profondamente il luogo di lavoro. Se da un lato ha alleggerito la fatica fisica, dall’altro ha introdotto un nuovo livello di stress per i lavoratori. Beretta osserva come le tecnologie odierne abbiano reso il lavoro meno pesante ma anche più isolante. “Oggi il lavoro è più leggero per via delle tecnologie, ma è un po’ più stressante, forse perché ci sono meno occasioni conviviali,” spiega Beretta, evidenziando come i robot abbiano sostituito molti colleghi umani, portando via non solo posti di lavoro ma anche quella sensazione di essere parte di una grande famiglia.

La visione del futuro

Guardando al futuro, la transizione verso la Fabbrica 4.0 è inevitabile. A discutere dei potenziali benefici dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro è Tomaso Poggio, direttore del Center for Brains, Minds and Machines del MIT di Boston. Durante il Festival dell’Economia di Torino, Poggio ha illustrato come la tecnologia possa portare a una redistribuzione della ricchezza. “La tecnologia ha sempre portato rivoluzioni che hanno avuto ripercussioni sui lavoratori e sulla società,” afferma Poggio, suggerendo che l’automazione potrebbe portare un aumento della ricchezza complessiva.

Sfide e opportunità dell’automazione

Barbara Chiappetta aggiunge che, sebbene l’automazione possa eliminare alcuni posti di lavoro, la digitalizzazione ne crea altri, cambiando il modo in cui lavoriamo. La flessibilità diventa cruciale, con lavoratori che devono essere pronti a rispondere alle esigenze di produzione in qualsiasi momento, anche nei fine settimana. “La produzione è legata a dei numeri che vengono richiesti per essere competitivi sul mercato,” spiega Chiappetta, sottolineando l’importanza di adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici.

Governare il cambiamento

Gestire il passaggio alla Fabbrica 4.0 richiede una leadership politica e aziendale forte. Chiappetta sottolinea la necessità di un personale giovane, pronto a recepire e implementare nuove tecnologie. Tuttavia, non si può trascurare il contributo dei lavoratori più anziani. “Tu non puoi chiedere a una persona che ha lavorato a una macchina per 30 anni di capire i meccanismi della digitalizzazione o dell’automazione massima,” afferma Chiappetta, evidenziando l’importanza di trovare ruoli adeguati per i lavoratori prossimi al pensionamento.

Inclusione degli anziani nel lavoro

La sfida di integrare lavoratori più anziani in un contesto tecnologicamente avanzato non può essere ignorata. Le aziende devono discutere e implementare strategie per utilizzare al meglio le competenze di questi lavoratori esperti, offrendo loro ruoli meno fisicamente impegnativi e più orientati alla gestione e alla supervisione. “Il nostro lavoro deve essere quello di cercare di governare queste persone che hanno già dato e che è giusto che abbiano dei lavori un pochettino più statici, un pochettino più di testa. E fisicamente più tranquilli,” conclude Chiappetta.

In sintesi, il viaggio di Marco Beretta e la transizione verso la Fabbrica 4.0 rappresentano un cambiamento inevitabile ma gestibile. Con una pianificazione adeguata, è possibile abbracciare il progresso tecnologico senza dimenticare il valore umano dei lavoratori che hanno contribuito a costruire le fondamenta dell’industria moderna.

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