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Cronaca & Attualità

Bosia e il digital divide: quando scaricare una mail è come scalare una montagna

Bosia, un minuscolo comune piemontese, si batte contro la lentezza di Internet: il suo struggente ritardo nella connettività è solo la punta dell’iceberg di un digital divide che attanaglia la regione, minando la competitività e la modernità

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Torri di telecomunicazione
Torre per le telecomunicazioni (© Depositphotos)

La notizia che Bosia, un minuscolo comune in Piemonte, si collega a Internet con la velocità di un bradipo su un ramo, mette in luce un problema diffuso: il digital divide. Lunedì scorso, la Corte dei Conti ha confermato quello che i sindaci dei piccoli comuni conoscono bene: la mancanza di connessione internet rapida è un ostacolo alla modernità e alla competitività delle imprese. Il piano Ultrabanda larga, con un budget di 1,6 miliardi, avrebbe dovuto risolvere il problema, ma il suo progresso è “in sensibile ritardo”, come riportato dalla Corte.

Le cifre impietose

In Piemonte, nonostante il termine previsto per il completamento dei lavori nel 2014, ancora 339 mila unità immobiliari su 792 mila non sono raggiunte dalla banda ultralarga. Quasi il 40% delle abitazioni resta offline, complicando la vita dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni, e limitando la crescita delle imprese. I progetti di Openfiber e Infratel, responsabili della realizzazione della banda ultralarga, hanno subito sanzioni per il ritardo, ma sembra che queste non abbiano avuto l’effetto sperato nel velocizzare le procedure.

Il fallimento del Piano banda ultralarga

Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, sottolinea il grave ritardo del Piano banda ultralarga, avviato nel 2016 ma intralciato da complicazioni burocratiche e cambiamenti nei piani di finanziamento. Non solo ci sono ritardi nella realizzazione delle infrastrutture, ma la fibra ottica non arriva effettivamente nelle case, fermandosi nei tombini e negli armadi stradali. Inoltre, anche dove la banda ultralarga è disponibile, pochi si allacciano, spinti dai costi di abbonamento che sono aumentati rispetto al passato.

Mancata condivisione e conseguenze

Bussone critica anche la mancanza di condivisione del Piano con i sindaci, sottolineando che una maggiore collaborazione avrebbe potuto evitare errori e ritardi. Uno studio del Sole 24 Ore rivela dati preoccupanti: 46 piccoli comuni piemontesi sono completamente sprovvisti di copertura telefonica fissa, mentre in oltre 200 comuni la percentuale di case senza accesso a Internet supera il 10%. La situazione è particolarmente grave in alcune aree, come il Cusio Ossola, dove la velocità di download raggiunge livelli imbarazzanti.

Oltre Internet: la crisi televisiva

Non solo Internet, ma anche la televisione è un problema in molti comuni piemontesi, dove è impossibile ricevere segnali senza una parabola o una Smart TV collegata alla banda larga. In totale, 550 comuni montani in Piemonte, di cui 150 nella provincia di Torino, soffrono di questa carenza, aggiungendo un altro record negativo alla lista delle difficoltà tecniche che affliggono il territorio.

Questi dati non fanno altro che confermare l’urgente necessità di interventi mirati e una maggiore efficacia nella gestione dei progetti infrastrutturali, al fine di colmare il divario digitale e garantire a tutti un accesso equo e veloce alla rete.

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