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Dani Alves ancora dietro le sbarre: cosa è successo alla cauzione?

La speranza di libertà di Dani Alves si spegne. Il mancato pagamento della cauzione e le crescenti speculazioni sul coinvolgimento di Neymar gettano ombre sulla sua vicenda giudiziaria

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Dani Alves, nella stagione 2016/17, con la maglia della Juventus
Dani Alves, nella stagione 2016/17, con la maglia della Juventus ( © Depositphotos)

La notizia della mancata scarcerazione dell’ex terzino di Barcellona, Juventus e PSG continua a tenere banco, aggiungendo un nuovo tassello alla sua tumultuosa vicenda legale. Dopo 14 mesi di detenzione e una condanna di quattro anni e mezzo per aver violentato una giovane donna nel bagno di una discoteca a Barcellona nel dicembre del 2022, sembrava che Dani Alves potesse finalmente godere della libertà su cauzione, ma le cose non sono andate come previsto.

Attesa infranta: la cauzione non pagata

Nonostante il Tribunale di Barcellona avesse concesso la libertà su cauzione a Dani Alves, fissata a un milione di euro, la sua permanenza in prigione è destinata a prolungarsi, in attesa del pagamento. Il termine per il trasferimento del denaro è scaduto senza che il processo sia andato avanti, lasciando Alves ancora dietro le sbarre, almeno temporaneamente. Questo sviluppo inaspettato ha gettato un’ombra di incertezza sul prossimo passo verso la liberazione.

Il ruolo di Neymar nell’affare della cauzione

Una delle domande principali riguardava il pagamento della cauzione: inizialmente, sembrava che Neymar, o più precisamente suo padre, fosse il “benefattore” designato, data la loro stretta amicizia e il precedente intervento finanziario del padre di Neymar nei problemi legali di Alves. Tuttavia, il denaro non è stato trasferito entro il termine stabilito, suggerendo che qualcosa potesse essere andato storto nei piani per il rilascio di Alves.

Il Tribunale agisce per prevenire la fuga

In risposta alla situazione, il Tribunale di Barcellona ha preso misure per prevenire una possibile fuga di Alves, ritirando entrambi i suoi passaporti e bloccando la possibilità di una fuga verso il Brasile (paese che vieta l’estradizione per i suoi cittadini). Questo dimostra la serietà con cui le autorità spagnole stanno affrontando il caso e la loro determinazione nel garantire che Alves affronti il processo legale in modo equo e che non cerchi di evitare la giustizia fuggendo dal paese.

Reazioni alla decisione

Le reazioni alla mancata scarcerazione non sono mancate, con diverse voci che criticano il sistema giudiziario per quello che percepiscono come un trattamento di favore nei confronti dei ricchi. Le parole di Ester Garcia, avvocato della vittima, riflettono il senso di ingiustizia percepito da molti, sottolineando che sembra che la giustizia sia riservata solo a coloro che possono permettersi di pagare per la loro libertà. Questo solleva interrogativi importanti sulla parità di trattamento davanti alla legge e sulla capacità del sistema giudiziario di garantire una giustizia equa per tutti, indipendentemente dallo status sociale o finanziario.

Le argomentazioni della difesa e le testimonianze

Durante il processo, la difesa di Alves ha cercato di attenuare la sua condanna sottolineando il pagamento di un risarcimento finanziario alla vittima prima dell’inizio del processo. Tuttavia, le testimonianze delle vittime e dei testimoni, insieme alle prove video, hanno contribuito a consolidare il caso dell’accusa. Le amiche della vittima hanno confermato il comportamento inappropriato di Alves anche nei loro confronti, aggiungendo ulteriori dettagli al quadro complessivo del caso, evidenziando un modello di comportamento che va al di là di un singolo episodio.

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