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Economia & Lavoro

CNA Piemonte preoccupata per il futuro del cinema e dell’audiovisivo indipendente

L’appello di CNA Piemonte sottolinea la necessità di un approccio equilibrato nella revisione del Tusma, che tenga conto delle esigenze e delle sfide dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana, garantendo al contempo la diversità culturale e la sostenibilità economica del settore

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CNA Piemonte esprime preoccupazione per il futuro del cinema e dell'audiovisivo indipendente
Industria del cinema (© Depositphotos)

Il 3 luglio 2023, CNA Cinema e Audiovisivo ha sollevato le sue preoccupazioni presso il Ministero dell’Industria e del Made in Italy e il Ministero della Cultura in merito alla “Consultazione pubblica sullo schema di Decreto legislativo di correzione del Decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 208“. Questo incontro è stato un’opportunità per ribadire la posizione dell’associazione riguardo alla definizione di “produttore indipendente” e alle quote di investimento.

La combinazione pericolosa di crisi post-COVID e riforma del Tusma

Mattia Puleo, Presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte, ha evidenziato il rischio che le modifiche normative possano aggravare ulteriormente la crisi che il settore sta affrontando dopo la pandemia. “Questo intervento va a disincentivare gli investimenti di televisioni e piattaforme sul prodotto europeo e italiano, con il rischio di acuire maggiormente la crisi che il settore sta vivendo nel post-covid”, ha sottolineato Puleo. Le recenti oscillazioni nei flussi di investimento e le modifiche al tax credit hanno contribuito a creare confusione e incertezza nel settore.

La riforma in discussione riguardante il Testo Unico dei servizi di media audiovisivi (Tusma) alimenta le preoccupazioni di CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte. Sebbene questa riforma miri a promuovere la produzione indipendente italiana, imponendo agli emittenti televisivi e alle piattaforme di destinare una parte della loro programmazione alla produzione indipendente italiana, potrebbe comportare rischi per i produttori locali.

Appello per una revisione equilibrata del Tusma

In linea con l’appello del European Producers Club, CNA propone una revisione del Tusma che garantisca una quota di investimento obbligatorio a favore della produzione indipendente europea e italiana. Si propone di aumentare progressivamente questa quota al 25% entro due anni. Inoltre, si chiede l’obbligo di investire in opere cinematografiche di origine italiana prodotte da produttori indipendenti, una quota per la produzione di opere animate e una per documentari.

CNA sottolinea l’importanza di respingere le richieste avanzate per una drastica riduzione delle quote di investimento e programmazione. Ciò metterebbe seriamente a rischio la produzione indipendente italiana, compromettendo la diversità culturale e artistica del paese.

La necessità di ripristinare l’articolo 57 comma 3 del Tusma è stata sottolineata da CNA. Questo articolo impone che gli obblighi di investimento siano adempiuti attraverso pre-acquisti, acquisti e licenze, escludendo i contratti di appalto o di buyout di tutti i diritti. Tale misura mira a garantire una condizione di trattamento equo tra grandi emittenti televisive, player globali e produttori indipendenti.

Preservare il valore dei diritti e della proprietà intellettuale

Infine, CNA evidenzia l’importanza di regolamentazioni volte a garantire condizioni di contrattazione eque tra grandi emittenti televisive e player globali e produttori indipendenti. Queste regole non solo devono essere mantenute all’interno del Tusma, ma devono essere attentamente coordinate con la regolamentazione relativa al tax credit, al fine di garantire coerenza e semplificazione nel sistema normativo.

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