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Economia & Lavoro

Torino, 2024 anno nero per le imprese: perse quasi 1.700 attività

Nel 2024, Torino registra un calo delle imprese con 1.678 attività in meno, soprattutto in commercio e industria. In ripresa i servizi e le imprese straniere. Diminuiscono le imprese giovanili e femminili, aumenta l’invecchiamento degli imprenditori

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Calo delle imprese nel torinese nel 2024
Calo delle imprese nel torinese nel 2024 (© Depositphotos)

Nel 2024, secondo i dati presentati dalla Camera di commercio di Torino, si registra un nuovo calo delle imprese torinesi: si sono perse 1.678 attività rispetto all’anno precedente, con cessazioni (12.374) di poco superiori alle aperture (12.354). Il tasso di crescita si attesta a -0,01%, interrompendo il trend positivo degli ultimi anni. Tra le città metropolitane italiane, Torino si colloca in fondo alla classifica, insieme a Genova e Cagliari, confermando un momento di difficoltà per il tessuto imprenditoriale locale.

Tasso di sopravvivenza e invecchiamento imprenditoriale

Per la prima volta nell’ultimo decennio, il tasso di sopravvivenza a 3 anni scende dal 71,8% al 68,4%, evidenziando come poche imprese riescano a mantenersi sul mercato oltre i primi anni di vita. Parallelamente, si assiste a un generale invecchiamento degli imprenditori, con un incremento significativo degli over 50 e una riduzione della componente più giovane, in particolare femminile.

Natura giuridica: società di capitali in ascesa

A livello di forme societarie, il calo interessa soprattutto imprese individuali (-0,47%), società di persone (-2,45%) e cooperative (-1,64%). In netta controtendenza le società di capitali (+3,39%), che guadagnano quasi un punto percentuale arrivando a rappresentare il 23,9% del totale. La crescita di questa tipologia societaria indica una maggiore propensione a strutturarsi in modo solido per affrontare con successo le sfide del mercato.

Natimortalità delle imprese torinesi nel 2024

Natimortalità delle imprese torinesi nel 2024

Andamento dei principali settori

Il commercio in contrazione

Il commercio perde il -1,8% di imprese rispetto al 2023, confermandosi il settore più in difficoltà. In calo sia il commercio ambulante (-3,6%) sia il commercio al dettaglio in sede fissa (-3,4%). Resistono soltanto il commercio di autoveicoli e la relativa manutenzione (+2,8%), oltre al commercio on-line (+4,9%).

Costruzioni: freno post bonus

Dopo la spinta determinata dai vari bonus edilizi, il settore delle costruzioni fa segnare un leggero -0,4%, attestandosi su 34.983 imprese. A soffrire sono la costruzione di edifici e l’ingegneria civile, mentre restano stabili i lavori di costruzione specializzati.

Industria in difficoltà

Con 19.268 imprese registrate, l’industria manifatturiera prosegue la tendenza negativa: -1,7% rispetto al 2023. Crescono solo le attività di riparazione e installazione di macchine e la produzione di altri mezzi di trasporto (come gli aeromobili), mentre calano in particolare l’elettronica, la gomma, la meccanica e la metallurgia.

Servizi alla persona in aumento

In controtendenza i servizi. Con un +1,4%, il settore alla persona risulta tra i più dinamici: crescono i corsi sportivi, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. In recupero anche palestre e discoteche, mentre aumentano centri estetici, studi di tatuaggi, servizi di cura per animali e organizzazione di feste.

Turismo e ristorazione in calo

Il comparto turistico subisce una leggera flessione (-0,8%). A pesare è soprattutto il calo dei bar (-3,4%), mentre tengono e anzi crescono i ristoranti e le soluzioni di alloggio (+2%), tra cui spiccano bed & breakfast e affittacamere.

Agricoltura: nuova diminuzione

Il settore agricolo continua a ridursi (-1,3%), scendendo a 11.262 imprese. In calo le coltivazioni associate all’allevamento di animali, le coltivazioni di cereali e l’allevamento di bovini da latte, mentre aumentano le colture di ortaggi e la floricoltura.

Focus sulle categorie di impresa

Imprese straniere

Le imprese straniere risultano l’unica componente con tasso di crescita positivo (+2,38%). Con 32.801 attività, di cui l’81,3% individuali, contribuiscono in modo significativo al tessuto economico locale. In forte crescita il settore delle costruzioni, i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi alla persona.

Imprese artigiane

Dopo tre anni di trend positivo, le imprese artigiane calano (-0,8%), arrivando a 59.415 unità. L’edilizia artigiana, che rappresenta il 43,2% del comparto, subisce una riduzione dello -0,9%, mentre l’industria manifatturiera artigiana perde il -2,5%.

Imprese femminili

Le imprese femminili si attestano a 49.090 unità, in diminuzione dello -0,7% rispetto al 2023. Pur rappresentando il 22,2% del totale delle imprese torinesi, mostrano un rallentamento in linea col contesto generale, soprattutto nei comparti tradizionali come commercio e turismo.

Imprese giovanili

Le imprese giovanili (titolari o soci under 35) si fermano a 20.295 unità, con un calo di 644 attività. Rappresentano il 9,1% del totale e mostrano una tendenza discendente, specie nei settori storico-tradizionali.

Il fenomeno dell’invecchiamento imprenditoriale

Rispetto a 10 anni fa, si assiste a un evidente invecchiamento della classe imprenditoriale. Mentre cresce il numero di imprenditori over 50, diminuiscono gli under 29, con una flessione più marcata tra le donne. Il fenomeno si ripercuote anche sulle imprese straniere, che però restano più giovani della media nazionale.

I servizi della Camera di commercio di Torino per le nuove imprese

Per invertire questo trend e sostenere una nuova crescita imprenditoriale, la Camera di commercio di Torino offre servizi gratuiti e specializzati rivolti agli aspiranti imprenditori. Tra i progetti attivi nel 2025, spiccano:

  • Futurae, con consulenza dedicata a chi proviene da contesti internazionali;
  • Impresa informata, il servizio di consulenza in collaborazione con le associazioni datoriali;
  • Nilab, un laboratorio pratico per chi ha già usufruito del primo orientamento;
  • Incontri di orientamento finanziario, un ciclo di 5 appuntamenti gratuiti online sui temi bancari e fiscali.

Secondo il Presidente Dario Gallina, l’obiettivo di questi percorsi è favorire nuove aperture e far nascere imprese più solide e resilienti fin dalle prime fasi di sviluppo.

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