Economia & Lavoro
Produzione industriale in Piemonte, il 2024 chiude in negativo
L’industria manifatturiera piemontese registra il quarto calo consecutivo nel IV trimestre 2024 (-1,0%). L’anno si chiude con un -0,8%, penalizzato da crisi automotive, metalmeccanica e tessile. Tengono alimentare, chimica e legno. Investimenti in calo

Nel quarto trimestre del 2024, l’industria manifatturiera in Piemonte ha registrato un’ulteriore contrazione della produzione, segnando il quarto calo consecutivo con un -1,0%. Questo trend negativo ha portato il risultato complessivo dell’anno a un -0,8%, confermando le difficoltà del settore.
I settori più colpiti: automotive, metalmeccanica e tessile
Le maggiori sofferenze si riscontrano nei comparti automotive, metalmeccanico e tessile, che hanno subito flessioni particolarmente marcate. Il settore dei mezzi di trasporto è quello che ha registrato il peggior risultato, con una perdita del 9,2% nel trimestre. Ancora più allarmante è il crollo della produzione di autoveicoli, che ha subito un calo di oltre 46 punti percentuali. Anche la componentistica auto (-2,4%) e l’aerospaziale (-2,8%) hanno evidenziato difficoltà.
Alimentare, chimico e legno resistono
A fronte di questa crisi, alcuni comparti hanno mostrato una tenuta positiva. Il settore alimentare e delle bevande ha registrato un incremento del 5,0%, grazie alla sua tradizionale resistenza alle crisi economiche. Anche il comparto del legno e del mobile ha segnato un +1,3%, mentre l’industria chimica e delle materie plastiche ha registrato una crescita dello 0,9%.
Il quadro provinciale
A livello territoriale, le performance sono state eterogenee. Alcune province hanno mostrato segnali di crescita:
- Cuneo (+1,5%), trainata dal settore alimentare;
- Alessandria (+1,1%), sostenuta dall’industria chimica e delle materie plastiche;
- Verbano-Cusio-Ossola (+1,7%), grazie alla metalmeccanica locale.
Al contrario, alcune province hanno subito forti contrazioni:
- Torino (-2,7%), penalizzata dal calo della produzione automobilistica;
- Biella (-2,4%), a causa della crisi del tessile;
- Asti (-1,9%), con un settore metalmeccanico in difficoltà.

Produzione industriale per provincia
Fattori di crisi
La crisi manifatturiera piemontese è influenzata da diversi fattori. Da un lato, le tensioni geopolitiche e la minaccia di nuovi dazi USA creano un clima di incertezza per le imprese. Dall’altro, la domanda interna debole e la stagnazione degli investimenti aggravano il quadro.
Segnali di rallentamento da investimenti e innovazione
Nel 2024, il 30,8% delle imprese manifatturiere piemontesi ha effettuato investimenti, in calo rispetto al 34,7% del 2023. Per il 2025, le previsioni sono ancora più pessimistiche, con una quota di imprese intenzionate a investire che scende al 27,8%.
Tuttavia, il 34,6% delle imprese ha introdotto innovazioni, principalmente di prodotto e organizzative, segno che esiste ancora un potenziale di crescita e adattamento nel settore.
Le strategie per il rilancio del settore
Secondo Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte, è necessario un piano di interventi mirati per invertire questa tendenza. Le priorità includono:
- Sostegno ai settori in crisi con incentivi e misure di accompagnamento;
- Stimolo alla domanda interna per favorire la ripresa;
- Potenziamento dell’export e maggiore internazionalizzazione;
- Semplificazione burocratica per agevolare le imprese;
- Investimenti nella formazione per rendere il settore più competitivo.
L’industria manifatturiera piemontese sta attraversando una fase di forte difficoltà, con una contrazione della produzione e investimenti in calo. Tuttavia, alcuni settori e territori dimostrano segnali di resilienza, suggerendo che con le giuste strategie di intervento, il settore può ritrovare slancio e competitività nei prossimi anni.
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