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Economia & Lavoro

Piemonte, esportazioni in crescita nel 2025 nonostante la crisi dell’auto

Nei primi nove mesi del 2025 l’export piemontese torna a crescere (+1,7%). Metalli e agroalimentare trainano la ripresa, mentre l’automotive resta in difficoltà e i mercati extra-UE rallentano

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Export (© Freepik)

Dopo un avvio d’anno incerto, l’export del Piemonte torna in territorio positivo. Nei primi nove mesi del 2025 il valore delle esportazioni regionali ha raggiunto 46 miliardi di euro, contro i 45,2 miliardi dello stesso periodo del 2024, segnando una crescita dell’1,7%. Un dato che racconta la capacità di tenuta del sistema produttivo piemontese, nonostante il rallentamento dei mercati extra-UE e la crisi strutturale dell’automotive.

Determinante è stato il rimbalzo del terzo trimestre, con un aumento del +6,3% tra luglio e settembre, che ha compensato il calo del primo trimestre (-1,3%) e la debole crescita del secondo (+0,4%).

Bilancia commerciale positiva, ma in lieve riduzione

Nel periodo gennaio-settembre 2025, le importazioni piemontesi hanno raggiunto i 34,7 miliardi di euro, in aumento del 4,6%. Il saldo della bilancia commerciale resta ampiamente positivo, pari a 11,3 miliardi di euro, anche se inferiore rispetto ai 12 miliardi dello stesso periodo del 2024.

Un segnale di solidità, che però evidenzia pressioni crescenti sui costi e sugli approvvigionamenti, in un contesto internazionale sempre più complesso.

Le parole di Coscia (Unioncamere Piemonte)

A commentare i dati è Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, che sottolinea come il ritorno al segno positivo sia «la prova della straordinaria capacità di reazione del tessuto imprenditoriale piemontese», trainato da agroalimentare e metallurgia.

Allo stesso tempo, Coscia lancia un monito sull’automotive: “Le criticità strutturali del settore auto non possono essere ignorate: serve una politica industriale urgente e coraggiosa”, capace di governare una transizione che colpisce i produttori di veicoli, mentre la componentistica dimostra una tenace capacità di resistenza.

Il Piemonte nel contesto nazionale: crescita in linea con il Nord

Nel quadro nazionale, l’export italiano cresce del 3,6%, spinto soprattutto dal Centro Italia (+14,3%), con Toscana e Lazio protagoniste. Il Piemonte, con una quota del 9,6% dell’export nazionale, si colloca al quinto posto dopo Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.

Le prime cinque regioni concentrano complessivamente oltre il 72% delle esportazioni italiane, confermando una forte polarizzazione territoriale.

Crolla l’auto, ma la componentistica resiste

L’analisi settoriale mostra un quadro fortemente eterogeneo. I mezzi di trasporto restano il primo comparto per peso sull’export regionale (20,5%), ma registrano la flessione più marcata (-5,9%).

  • Autoveicoli: -17,2%
  • Componentistica auto: +3,8%
  • Aerospazio: +3,7%
  • Nautica: -10,6%
  • Ferro-tranviario: -3,2%

In calo anche la meccanica, che perde il 4,6%, segnale di difficoltà persistenti in uno dei comparti storici del Piemonte.

Metalli e agroalimentare veri motori della crescita

A sostenere l’export piemontese sono soprattutto le filiere più dinamiche. La metallurgia è la vera protagonista, con un balzo del +14,6%, trainata anche dalle vendite verso la Svizzera.

Solida anche la performance dell’agroalimentare, che cresce del 7,7% e rappresenta il 15,2% dell’export regionale. Un pilastro sempre più strategico, capace di compensare le debolezze di altri comparti industriali.

Mercati di sbocco: Europa solida, frenano USA e Cina

Le esportazioni verso l’Unione Europea crescono del 2,7%, mentre i mercati extra-UE restano sostanzialmente fermi (+0,1%). L’UE assorbe oltre il 60% dell’export piemontese.

  • Francia: 14,9% (in calo dell’1,2%)
  • Germania: 13,5% (+1,9%)
  • USA: -9,4%
  • Spagna: +9,8%

Clamorosa l’espansione verso la Svizzera (+62%), grazie a metalli e gioielleria, mentre Regno Unito e Cina registrano forti contrazioni.

Alessandria vola, Torino resta stabile

A livello territoriale, Torino resta la prima provincia esportatrice con il 42,8% del totale, ma cresce solo dello 0,4%. La performance migliore è quella di Alessandria, che segna un +8,7%, seguita da Novara (+6%) e Vercelli (+4,7%). In difficoltà Cuneo (-1,4%), Asti (-1,7%), Biella (-2,4%) e Verbano Cusio Ossola (-3,1%).

Una ripresa selettiva che chiede visione

I dati raccontano un Piemonte che regge l’urto delle trasformazioni globali, ma che deve affrontare scelte decisive sul fronte industriale e tecnologico. La crescita c’è, ma è selettiva, legata alle filiere più innovative e resilienti.

La sfida ora è trasformare la ripresa in sviluppo strutturale, rafforzando la competitività sui mercati globali e accompagnando le imprese nella transizione industriale.

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