Economia & Lavoro
Export Piemonte 2024, frenata del settore automotive e mercati UE in stallo
L’export piemontese cala del 3,5% nei primi nove mesi del 2024: pesano la crisi del comparto autoveicoli e il rallentamento verso Germania e Francia. La filiera alimentare e il tessile-abbigliamento mostrano segnali di tenuta
Nei primi nove mesi del 2024 le esportazioni piemontesi hanno subito una battuta d’arresto significativa, segnando un calo del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato, diffuso da Unioncamere Piemonte, mette in luce le difficoltà di uno scenario economico internazionale incerto, dove gli scambi commerciali risentono tanto della congiuntura globale quanto delle specifiche debolezze di alcuni comparti produttivi regionali.
Automotive in affanno, il peso sull’export regionale
Uno dei fattori chiave della flessione è senza dubbio il comparto dei mezzi di trasporto, con particolare attenzione al settore autoveicoli, che da sempre rappresenta un pilastro dell’export Piemonte. Nei primi nove mesi del 2024, i prodotti legati all’automotive hanno registrato un calo del -17,0%, trascinato soprattutto dalla contrazione degli autoveicoli (-31,7%). Anche la componentistica ha segnato un ribasso, seppur meno marcato (-2,0%), evidenziando come la filiera sia in difficoltà tanto nella produzione finale quanto nei segmenti intermedi.
Nonostante le performance negative dell’auto, il comparto dei mezzi di trasporto mantiene il ruolo di primo settore esportatore piemontese, con una quota del 21,9% sul totale regionale. Tuttavia, si tratta di una quota in netto arretramento rispetto al 25,5% dell’anno precedente.
Germania e Francia: partner in calo, rischio di dipendenza eccessiva
Un altro aspetto determinante è la contrazione delle vendite verso i principali mercati di sbocco della regione. La Germania e la Francia, che insieme rappresentano quasi il 29% dell’export piemontese, hanno mostrato un netto rallentamento. Le vendite verso la Germania sono diminuite dell’11,4%, mentre quelle dirette in Francia hanno segnato un calo del 6,1%. Anche gli Stati Uniti, importante mercato extra-UE, hanno perso smalto (-6,6%).
Questo trend conferma la necessità per il Piemonte di diversificare i mercati di riferimento, evitando di dipendere eccessivamente da pochi partner commerciali. Solo espandendo il raggio d’azione su nuovi Paesi, compresi quelli emergenti, e puntando su settori ad alto valore aggiunto, sarà possibile bilanciare eventuali crisi specifiche.
Le note positive: filiera alimentare e tessile in controtendenza
In un quadro complessivamente difficile, non mancano comunque segnali incoraggianti. La filiera alimentare ha registrato un +4,8%, dimostrando la forza del comparto agroalimentare piemontese, capace di valorizzare il Made in Italy e di mantenere salda la propria reputazione sui mercati esteri. Anche il tessile-abbigliamento, con un incremento dell’11,3%, ha offerto una preziosa boccata d’ossigeno. In particolare, la crescita dell’abbigliamento (+22,4%) e degli articoli in pelle (+39,7%) testimoniano come la qualità e il design italiano continuino a convincere i buyer internazionali.
Strategie di rilancio, tra innovazione e competitività
Di fronte a questa frenata, il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, ha sottolineato la necessità di un intervento coordinato per sostenere le imprese esportatrici. Le parole chiave sono innovazione, semplificazione burocratica, e rafforzamento della competitività. Le istituzioni nazionali e sovranazionali, insieme alle realtà regionali, dovranno collaborare per fornire supporto concreto, soprattutto alle aziende del settore automotive e ai suoi fornitori.
A tali sfide si aggiunge quella della transizione energetica e della digitalizzazione, oggi imprescindibili per mantenere salda la posizione sui mercati internazionali. Le imprese piemontesi, per restare al passo, dovranno aggiornare processi e prodotti, aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, e sfruttare i canali digitali per rafforzare la propria presenza all’estero.
Dinamiche regionali e confronto con il panorama nazionale
Il calo dell’export piemontese si inserisce in un contesto nazionale che presenta andamenti diversificati. L’Italia, complessivamente, ha segnato una lieve contrazione delle esportazioni (-0,7%), ma alcune aree del Paese hanno mostrato performance migliori. Mentre il Nord-ovest nel suo complesso ha sofferto (-2,2%), il Centro ha registrato un incremento del +2,9%. In questo panorama, il Piemonte si colloca in una posizione delicata, condividendo con la Toscana la quarta posizione come quota dell’export nazionale (9,9%), ma senza riuscire a replicarne il dinamismo (+11,7% per la Toscana).
A livello territoriale, la provincia di Torino si conferma la prima per contributo alle esportazioni regionali (43,1%), nonostante una flessione del -10,2%. Seguono Cuneo (18,3%, +7,0%), Vercelli (+9,1%), Alessandria (-0,9%) e Novara (+4,4%). Alcuni territori dimostrano dunque di saper reagire meglio alla congiuntura negativa, sostenuti da filiere più resilienti o maggiormente diversificate.
Diversificazione dei mercati e nuove opportunità
L’analisi per destinazione geografica indica come, oltre all’UE, l’export piemontese debba guardare con attenzione a mercati extraeuropei. Pur avendo segnato una lieve flessione complessiva (-2,9%), alcuni Paesi si sono rivelati strategici. La Cina ha, ad esempio, registrato un notevole +24,9%, segnale che in mercati emergenti o in consolidamento vi è spazio per recuperare terreno. Analogamente, la crescita delle esportazioni dirette in Polonia (+8,5%) e Paesi Bassi (+8,2%) evidenzia come un approccio più ampio e differenziato possa dare risultati positivi.
Uno sguardo al futuro
Il quadro emerso è quello di un Piemonte impegnato in una fase complessa, in cui il calo delle esportazioni piemontesi – trainato da uno dei settori storicamente più forti, l’automotive – solleva interrogativi sul futuro. Le imprese della regione dovranno lavorare su prodotti innovativi, processi produttivi più efficienti e strategie di marketing più incisive. La sfida è dare vita a un nuovo ciclo di crescita basato su qualità, sostenibilità, tecnologia, e diversificazione, elementi chiave per riguadagnare terreno sui mercati globali. La ripartenza dell’export Piemonte dipenderà dalla capacità del sistema regionale di cogliere queste opportunità e trasformare le criticità attuali in punti di forza per gli anni a venire.
Continua a leggere le notizie di Diario di Torino e segui la nostra pagina Facebook