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Cronaca & Attualità

Con la scusa di una foto strappavano orologi di lusso dal polso dei passanti

Tre giovani nordafricani identificati e fermati a Torino dalla polizia di Stato.

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TORINO – Sono sospettati di aver rapinato orologi di lusso, due di questi dal costo di 10mila e 11mila euro. Si tratta di due giovani nordafricani di Torino che la polizia ha individuato e sottoposto a fermo indiziario. Uno dei colpi è stato messo a segno in via Drovetti, quando un 64enne veniva avvicinato da due giovani stranieri, che gli chiedevano di scattare loro una fotografia con il telefono cellulare e gli consegnavano uno smartphone per eseguirla.

Ma una volta ottenuto lo scatto, all’atto di riprendere il telefono dalle mani del malcapitato, lo aggredivano, sottraendogli con violenza l’orologio che portava al polso, che evidentemente durante la fase di approccio era stato velocemente esaminato e riconosciuto come oggetto di valore. Si trattava infatti di uno “Philip Zepter Saltarello” del valore di oltre 10mila euro.

Un altro colpo da 11mila euro

Un fatto analogo, realizzato con il medesimo modus operandi, era avvenuto anche il precedente 30 dicembre 2022 in via Andrea Doria ai danni di un uomo di 63 anni, vittima della rapina del suo orologio “Jaeger – LeCoultre Reverso Duoface” del valore di oltre 11mila euro.

Gli approfondimenti investigativi della squadra mobile della Questura di Torino, realizzati anche attraverso l’acquisizione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di diverse attività commerciali, consentivano di individuare il percorso seguito dai presunti autori dei fatti durante la fuga, nonché di localizzare la zona che gli stessi verosimilmente frequentavano abitualmente.

Identificati i due malviventi

Gli investigatori rintracciavano uno dei due giovani nei pressi della stazione di Torino Porta Nuova e avevano modo di assistere al suo incontro con altri due stranieri, uno di quali riconosciuto come il possibile secondo autore del fatto delittuoso di via Drovetti. Gli agenti hanno visto che in seguito i tre giovani hanno tentato di approcciare, con il consueto modus operandi, una nuova potenziale vittima. E li fermavano.

Gli elementi acquisiti, tra i quali il riconoscimento fotografico da parte delle vittime dei reati, consentivano ragionevolmente di ipotizzare che due dei tre fermati fossero gli autori della rapina del 10 gennaio e, uno solo dei due, anche di quella del precedente 30 dicembre, in concorso con altro soggetto non ancora identificato.

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