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Economia & Lavoro

Sanità e innovazione: il Piemonte verso una nuova filiera industriale

A Torino il confronto tra pubblico e privato per una sanità più innovativa, efficiente e competitiva in Piemonte

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Convegno organizzato da Confindustria Piemonte e UniCredit - Sanità in Piemonte
Convegno organizzato da Confindustria Piemonte e UniCredit

L’evoluzione della filiera della salute in Piemonte è al centro del dibattito che ha preso forma durante il convegno organizzato da Confindustria Piemonte e UniCredit, presso l’UniCredit University di Torino. Il tema principale: come migliorare l’efficienza della spesa sanitaria regionale, con un focus particolare sulle potenzialità di crescita economica legate alla sinergia tra il settore pubblico e quello privato. Un incontro che ha visto il contributo di esperti del settore sanitario, accademico e imprenditoriale, mettendo in luce le opportunità per una filiera più moderna e sostenibile.

La sanità come motore per l’economia regionale

Secondo uno studio del Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi, presentato al convegno, la sanità pubblica in Piemonte rappresenta oggi l’8,6% del PIL regionale, con una spesa che nel 2024 raggiunge i 9,43 miliardi di euro. Tuttavia, il potenziale della filiera è ancora inespresso. Attualmente, la sanità piemontese supporta circa 278 mila posti di lavoro, pari al 15% dell’occupazione regionale, e un contributo al PIL di 18,2 miliardi di euro. L’analisi prospetta che, a fronte di un utilizzo ottimizzato delle risorse e attraverso un maggiore coinvolgimento dell’industria locale, la filiera della salute potrebbe crescere significativamente, arrivando a rappresentare il 14,2% del PIL regionale, con un incremento di 4,4 miliardi di euro.

Il protocollo per la collaborazione pubblico-privato

Un aspetto cruciale emerso durante l’evento è la necessità di sviluppare una piena e costante collaborazione tra pubblico e privato. Alberta Pasquero, presidente della Commissione Sanità e Scienza della Vita di Confindustria Piemonte, ha sottolineato l’importanza di trattare la salute come una vera e propria “filiera industriale”, capace non solo di garantire servizi ai cittadini ma anche di diventare un motore di crescita per l’economia regionale. Un passo importante potrebbe essere l’introduzione di un protocollo d’intesa che regoli i rapporti tra i diversi attori del settore, creando opportunità per l’innovazione e la sperimentazione, mantenendo al contempo l’universalità del servizio sanitario.

L’importanza dell’innovazione per il futuro della sanità

Un tema centrale del convegno è stato quello dell’innovazione. Federico Riboldi, assessore alla Sanità di Regione Piemonte, ha parlato di un “progetto di sviluppo dell’industria sanitaria” che coinvolga tutti i comparti: dalla ricerca alla distribuzione, dalla logistica all’innovazione delle strutture ospedaliere. Non si tratta di creare nuove sovrastrutture, ma di integrare meglio le risorse esistenti per sviluppare un sistema più efficiente e competitivo. A tal proposito, lo studio ha mostrato come l’industria sanitaria possa potenzialmente diventare un elemento trainante per il Piemonte, grazie alla forte vocazione regionale per l’hi-tech e l’innovazione.

I benefici dell’efficienza nella logistica sanitaria

Un aspetto su cui si può intervenire significativamente per migliorare l’efficienza della spesa sanitaria è quello della logistica sanitaria. Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, ha sottolineato l’importanza di una gestione ottimizzata della logistica del farmaco, della distribuzione e dei trasporti. Studi condotti in altri Paesi hanno evidenziato come la mancanza di innovazione in questo settore possa comportare un aumento dei costi, stimato intorno al 5% della spesa sanitaria totale. Per il Piemonte, ciò potrebbe tradursi in un costo aggiuntivo di circa 400 milioni di euro all’anno. L’investimento in una logistica più moderna e innovativa, quindi, potrebbe rappresentare una risorsa importante per contenere i costi e migliorare l’efficienza complessiva.

Un futuro con maggiore occupazione e sostenibilità

Le proposte emerse durante il convegno non riguardano solo la crescita economica, ma anche l’occupazione. Se la filiera della salute dovesse svilupparsi come suggerito, si stima una crescita occupazionale diretta e indiretta di circa 61 mila unità di lavoro equivalenti, portando il totale degli occupati da 278 mila a 339 mila. Questo incremento, associato all’ottimizzazione delle risorse e all’innovazione, potrebbe generare un aumento delle imposte riscosse, contribuendo ulteriormente alla sostenibilità del sistema sanitario regionale.

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