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Cronaca & Attualità

Allarme mercati ambulanti: a Torino un posto su tre resta vuoto

Sono attività a basso impatto ambientale, e che riducono anche gli spostamenti dei clienti.

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TORINO – In città il 38 per cento dei posti per le bancarelle dei mercati ambulanti resta vuoto. Segno di una crisi che in qualche modo tocca tutto il Piemonte, dove sono ben 15mila le attività che traggono il proprio fatturato dalle vendite in strada.

E’ stato il il presidente della commissione commercio, il leghista Claudio Leone, a fare il punto della situazione al termine di un confronto con le organizzazioni di categoria. «Parliamo dei mercati e delle fiere, aziende che sono la storia del Piemonte e delle sue tradizioni, molte delle quali risalenti all’epoca medievale, che garantiscono e proteggono il potere d’acquisto delle famiglie e la continuità dei piccoli produttori. Di attività mercatali vivono 15mila attività a carattere prevalentemente familiare, che nel solo Piemonte vede 53 mercati sopra i 150 banchi, di cui 27 sopra i 200, con il mercato di Porta Palazzo a Torino che ha il primato di area di vendita all’aperto più grande d’Europa».

Attività economica a basso impatto

I rappresentanti delle categorie hanno chiesto maggiore rappresentatività, partecipazione e trasparenza degli operatori nei distretti del commercio. «Ci hanno poi dettagliato il minimo impatto ambientale dei mezzi che operano nei mercati, con l’attività economica che viene interamente svolta a motore spento, non paragonabile all’impatto delle grandi piattaforme di commercio elettronico, che per ogni singola consegna impattano sull’aumento della congestione viaria e delle emissioni inquinanti».

In tal senso, la Regione è stata chiamata a ragionare sulle regole che non permettono la circolazione dei mezzi con omologazione fino a Euro 4, e per buona parte dell’anno, anche dell’Euro 5 che in caso effettivo di blocco dei mezzi destinati ai mercati farebbe aumentare il numero di persone costrette a muoversi per gli approvvigionamenti.

«Ho raccolto e faccio mio – ha concluso il presidente Leone – il segnale di allarme degli operatori, che hanno segnalato che i posti che rimangono vuoti nei mercati torinesi si attestano intorno al 38 per cento, un dato pesante che rende urgente mettere in atto dei provvedimenti a tutela di una categoria che è asset economico, culturale e sociale del Piemonte».

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