Economia & Lavoro
Imprese in Piemonte: III trimestre “a due velocità” tra servizi in crescita e agricoltura in crisi
Il Piemonte chiude il III trimestre 2025 con un debole saldo positivo di 574 imprese. Crescono società di capitale e servizi, ma restano in difficoltà agricoltura, commercio e manifattura. Novara guida la ripresa regionale

Il terzo trimestre 2025 segna per il Piemonte una fase di stabilità solo apparente. Secondo i dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il bilancio tra aperture e chiusure si chiude con un saldo positivo di 574 unità. Un risultato in lieve calo rispetto al 2024, ma che conferma una tenuta complessiva del sistema imprenditoriale.
Sono 4.192 le nuove imprese nate tra luglio e settembre (-5,5% rispetto al 2024), contro 3.618 cessazioni (-5,8%). Le imprese attive a fine settembre 2025 sono 418.667, pari al 7,1% del totale nazionale.
Crescita debole, ma strutturalmente complessa
Nonostante la crescita numerica, il tessuto produttivo piemontese si muove su binari divergenti. Come sottolinea Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte, il territorio mostra un “Piemonte a due velocità”: da un lato le società di capitale e i servizi in espansione, dall’altro i settori tradizionali – come manifattura, commercio e agricoltura – in sofferenza.
Il tasso di crescita complessivo del periodo è del +0,14%, stabile rispetto al 2024, ma inferiore alla media nazionale (+0,29%).
Le società di capitale trainano lo sviluppo
A sostenere la crescita regionale sono soprattutto le società di capitale, che registrano un +0,71% e rappresentano oltre un quinto (22,5%) del totale delle imprese.
Anche le cooperative e consorzi mostrano un lieve aumento (+0,12%). Invece, le imprese individuali – la forma più diffusa in Piemonte (55,8%) – segnano una crescita quasi nulla (+0,03%), frenando la media regionale.
Le società di persone, infine, subiscono una contrazione del -0,21%, confermando un periodo di ristrutturazione e difficoltà.
Servizi e turismo al comando, agricoltura in crisi
Il settore dei servizi è il vero motore dell’economia piemontese, con una crescita del +0,59% e una quota del 31,4% del totale delle imprese. A seguire, il turismo registra un ottimo +0,50%, segno del rinnovato appeal della regione come destinazione.
Positivi anche i segnali nel comparto delle costruzioni (+0,12%), mentre il quadro peggiora per i settori più tradizionali: industria (-0,05%), commercio (-0,06%) e soprattutto agricoltura (-0,21%), che continua a perdere terreno.
Novara guida la crescita regionale
Sul piano territoriale, Novara si distingue con il miglior tasso di crescita regionale (+0,27%), seguita da Verbano-Cusio-Ossola (+0,16%) e Torino (+0,15%).
Il capoluogo, che concentra oltre la metà delle imprese piemontesi (52,8%), rimane un punto di equilibrio fondamentale. Cuneo (+0,13%) e Asti (+0,12%) mostrano una crescita leggermente sotto la media, mentre Alessandria, Vercelli (+0,05%) e Biella (+0,03%) chiudono la classifica con valori modesti ma comunque positivi.
Un Piemonte in transizione
Il bilancio del III trimestre 2025 evidenzia una regione in fase di transizione. La stabilità numerica maschera una trasformazione profonda: le nuove imprese si concentrano nei settori più dinamici, mentre le attività tradizionali faticano ad adattarsi.
Il futuro dell’economia piemontese dipenderà dalla capacità di innovare, diversificare e sostenere le imprese in difficoltà, per mantenere viva la competitività di un territorio storicamente industriale ma oggi sempre più orientato ai servizi e alla digitalizzazione.
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